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25/03/2020
#AURORA RACCONTA VENERDÌ 28 MAGGIO 2004, LA DATA CHE OGNI TIFOSO RICORDA
Polemiche, esortazioni a guardare bilanci e blasoni, volantini e tanta, tantissima tensione. Da una parte e dall’altra. All’arrivo della Sicc Jesi all’allora PalaMalaguti di Bologna questo è un sunto del clima che si respirava. Quello striscione attaccato a bordo campo dai tifosi della Virtus (anzi, della FuturVirtus visto che il marchio originale non era stato ancora riacquistato), forse, dava anche l’idea dello stato d’animo di quel momento: una squadra forte, che puntava a tornare in alto senza se e senza ma, che si ritrovava sotto 2-0 come probabilmente nemmeno si aspettava.
Ma quel 2-0 per la nostra Aurora era più che meritato, frutto di due partite in casa giocate con freddezza, determinazione e lucidità anche nei momenti più difficili, come quel finale di gara-2 che rischiava di gelare tutto il pubblico gialloverde. Quando Mason Rocca, servito magistralmente da Rossini, infilò quel lay-up a pochissimi secondi dal termine, rendendo vana la tripla precedente di Charles Smith, ci fu l’urlo più liberatorio della storia gialloverde: Jesi aveva conquistato quel secondo punto, aveva difeso il fattore campo e sapeva che, nella peggiore delle ipotesi, sarebbe tornata di fronte al proprio pubblico per giocarsi la bella decisiva.
La bella, però, non sarebbe mai servita. Quel 28 maggio, infatti, con la spinta delle centinaia di tifosi gialloverdi arrivati a Bologna e la carica emotiva impartita da Gigio Gresta e dal suo staff, la Sicc completò l’opera grazie a una prestazione perentoria, un 78-53 che testimoniava un incontro in cui le maggiori energie nervose e la voglia di vincere fecero la differenza, insieme, ovviamente, al talento di quella che poi venne eletta la squadra del decennio in Legadue. Le giocate di Robinson, la sostanza di Rocca, le triple di Blizzard e Hadley, i voli di Singleton e una serata eccezionale anche in attacco di Rossini furono gli ingredienti che affossarono Bologna, con il pubblico virtussino che lasciò anzitempo il PalaMalaguti.
Al suono della sirena la festa, già esplosa da qualche minuto, divenne dirompente tra urla, abbracci e lacrime di gioia. A Bologna, ma soprattutto a Jesi con tutti i tifosi rimasti a casa che si riversarono in centro a festeggiare, dando vita a lunghissimi caroselli di macchine tutte colorate di gialloverde in una notte che non sarebbe dovuta mai finire. A distanza di sette anni dall’ultima promozione, Piazza della Repubblica ritornò il palcoscenico di un’euforia cittadina incontenibile, con migliaia di tifosi che aspettarono la squadra e festeggiarono sino alla mattina a suon di cori e salti di tappi di bottiglie di champagne. Una piazza così bella era tanto che non si vedeva. Forse nemmeno era stata mai vista così festante. Ma era l’apoteosi, Jesi era in Serie A per la prima volta nella sua storia.
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Polemiche, esortazioni a guardare bilanci e blasoni, volantini e tanta, tantissima tensione. Da una parte e dall’altra. All’arrivo della Sicc Jesi all’allora PalaMalaguti di Bologna questo è un sunto del clima che si respirava. Quello striscione attaccato a bordo campo dai tifosi della Virtus (anzi, della FuturVirtus visto che il marchio originale non era stato ancora riacquistato), forse, dava anche l’idea dello stato d’animo di quel momento: una squadra forte, che puntava a tornare in alto senza se e senza ma, che si ritrovava sotto 2-0 come probabilmente nemmeno si aspettava.
Ma quel 2-0 per la nostra Aurora era più che meritato, frutto di due partite in casa giocate con freddezza, determinazione e lucidità anche nei momenti più difficili, come quel finale di gara-2 che rischiava di gelare tutto il pubblico gialloverde. Quando Mason Rocca, servito magistralmente da Rossini, infilò quel lay-up a pochissimi secondi dal termine, rendendo vana la tripla precedente di Charles Smith, ci fu l’urlo più liberatorio della storia gialloverde: Jesi aveva conquistato quel secondo punto, aveva difeso il fattore campo e sapeva che, nella peggiore delle ipotesi, sarebbe tornata di fronte al proprio pubblico per giocarsi la bella decisiva.
La bella, però, non sarebbe mai servita. Quel 28 maggio, infatti, con la spinta delle centinaia di tifosi gialloverdi arrivati a Bologna e la carica emotiva impartita da Gigio Gresta e dal suo staff, la Sicc completò l’opera grazie a una prestazione perentoria, un 78-53 che testimoniava un incontro in cui le maggiori energie nervose e la voglia di vincere fecero la differenza, insieme, ovviamente, al talento di quella che poi venne eletta la squadra del decennio in Legadue. Le giocate di Robinson, la sostanza di Rocca, le triple di Blizzard e Hadley, i voli di Singleton e una serata eccezionale anche in attacco di Rossini furono gli ingredienti che affossarono Bologna, con il pubblico virtussino che lasciò anzitempo il PalaMalaguti.
Al suono della sirena la festa, già esplosa da qualche minuto, divenne dirompente tra urla, abbracci e lacrime di gioia. A Bologna, ma soprattutto a Jesi con tutti i tifosi rimasti a casa che si riversarono in centro a festeggiare, dando vita a lunghissimi caroselli di macchine tutte colorate di gialloverde in una notte che non sarebbe dovuta mai finire. A distanza di sette anni dall’ultima promozione, Piazza della Repubblica ritornò il palcoscenico di un’euforia cittadina incontenibile, con migliaia di tifosi che aspettarono la squadra e festeggiarono sino alla mattina a suon di cori e salti di tappi di bottiglie di champagne. Una piazza così bella era tanto che non si vedeva. Forse nemmeno era stata mai vista così festante. Ma era l’apoteosi, Jesi era in Serie A per la prima volta nella sua storia.
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